INIZIATIVE DI CONSERVAZIONE INTRAPRESE

on diversamente da quanto accade per qualsiasi altro progetto di conservazione, gli sforzi dei partner del progetto sono stati, fin dall’inizio, diretti soprattutto verso la tutela degli habitat in cui la specie è ancora presente. A questo scopo sono stati avviati proficui rapporti di collaborazione con alcune amministrazioni locali, nei cui comprensori sono ancora presenti habitat in cui è stata segnalata Emys orbicularis, oppure che perlomeno presentano i requisiti necessari per attuarne la reintroduzione; contemporaneamente, sono state intraprese trattative con i proprietari di alcune piccole zone umide, valutando la possibilità di acquisirle.
Il gruppo di individui ospitati presso l’Acquario di Genova si è ben adattato alla vita in cattività ma, purtroppo, nel corso del primo anno non si è riusciti a far riprodurre le testuggini, probabilmente a causa di un insufficiente periodo di acclimatamento. 
Ritenendo che le condizioni ricreate presso l’Acquario di Genova non fossero ottimali al fine della riproduzione in cattività delle testuggini - soprattutto per quanto concerneva la limitatezza dello spazio a disposizione e l’assenza di luce solare - fu valutata la possibilità di spostare gli animali in una struttura da realizzarsi ad hoc nella loro zona di origine, cioè nella Piana di Albenga. Il progetto, per il quale venne individuato un sito ideale all’interno del vivaio forestale gestito dalla Comunità Montana “Ingauna”, si tramutò in breve in realtà con un finanziamento dell’Amministrazione Provinciale di Savona ed alcune sponsorizzazioni. Nel giugno 2000 i nove adulti venivano quindi spostati nel nuovo centro di riproduzione appena realizzato. Esso consiste in una struttura modulare di 150 m2, al cui interno sono state ricavate quattro zone adibite ad altrettanti funzioni (vasche di diverse dimensioni per adulti e giovani, siti di svernamento, siti di deposizione, vasca di quarantena).
Durante i primi due anni di vita i giovani nati al Centro vengono ospitati in vasche appositamente realizzate, dotate di una parte acquatica profonda pochi centimetri, ubicate presso l’Acquario di Genova. Nella primavera successiva al compimento del secondo anno verranno spostati al Centro, dove trascorreranno almeno un anno di acclimatazione a condizioni relativamente simili a quelle naturali, prima che venga effettuato il rilascio in natura.
Durante il primo anno di attività del centro si sono verificate due deposizioni, con la nascita di 11 individui; nel 2001 si sono avute 9 nascite, mentre le deposizioni del 2002 hanno portato alla nascita di 6 piccoli.
Il centro di riproduzione e gli interventi di conservazione correlati sono gestiti da un Gruppo di Lavoro Permanente costituito da: Provincia di Savona (Servizio Ecologia e Guardie Ecologiche Volontarie), Coordinamento Provinciale di Savona del Corpo Forestale dello Stato, Comunità Montana “Ingauna” di Albenga, Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse (DIP.TE.RIS.) dell’Università di Genova, Acquario di Genova e tre associazioni ambientaliste (Pro Natura Genova, WWF Delegazione Liguria, Vivinatura Savona). 
In contemporanea con le attività di riproduzione controllata ex situ, il Gruppo di Lavoro sta attuando il monitoraggio dei siti in cui è stata riscontrata la presenza di Emys orbicularis e si sta adoperando per garantire in essi adeguate condizioni di tutela. Per alcuni siti, “scoperti” successivamente alla individuazione della rete “Natura 2000” in Liguria, è stato proposto il riconoscimento di un nuovo Sito di Importanza Comunitaria grazie al coinvolgimento delle tre amministrazioni comunali di Albenga, Garlenda e Villanova d’Albenga. Esso risulta comprensivo di due aree corrispondenti alla ex cava in località Valloni e ad un tratto del torrente Lerrone; è auspicabile che in un prossimo futuro esso comprenda anche il rio Carenda e lo stagno sito in località Salea.
Per tutti tali siti, con Deliberazione del Consiglio n. 5 del 27 febbraio 2003, la Provincia di Savona con il Piano provinciale delle aree protette ha stabilito il riconoscimento e la classificazione come Aree protette di interesse provinciale.

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